San Francisco, day 2.

Il secondo giorno a San Francisco è stato senza dubbio il mio preferito in questa città meravigliosa.

Dopo la solita colazione a base di muffin e tortine del Buena Vista Motor Inn, partiamo – di nuovo a piedi – verso Ghiradelli Square. All’andata è un piacere, tutta in discesa ed arriviamo alla piazzetta in poco meno di un quarto d’ora. La piazza è molto carina: si respira la stessa atmosfera gioiosa che aleggia in tutta la città. Ma lo sapete il perchè del nome? Ghirardelli è un celebre negozio che vende droga la cioccolata più buona del mondo. Veniamo accolti dentro il negozio da una simpatica donnina, con un cestino pieno di cioccolatini in mano, cioè..da rapinare all’istante! Per fortuna che la tipa aveva previsto il rischio di essere derubata della cioccolata, e ci ha offerto due mini tavolette al caramello! Ci facciamo un giro nel tra quel bendidddio, ci diamo l’obbligo morale di comprare qualcosa, a dispetto dei prezzi esosi! Io ho comprato un preparato per cioccolata calda che non vedo l’ora di mangiare! Una volta usciti, ci mettiamo in cammino verso Fisherman’s Wharf. La baia è stupenda, gremita di gente, negozi vari, gabbiani che litigano per accaparrarsi uno scarto di granchio. Non sentiamo nè il vento gelido nè la fatica e ci sembra di essere arrivati in un attimo al Pier39. Dopo una breve sosta all’Hard Rock, ci godiamo lo spettacolo. L’avete presente la gioia? Ecco, basterebbero cinque secondi all’interno di questo molo per capire cosa sia davvero. Sembrava un parco giochi: musica ovunque, shops coloratissimi,strani e simpatici. Per dirvi: ce n’è uno dove si possono gustare donuts minuscole, un altro che vende oggettistica esclusivamente per mancini! Troviamo anche i tanto famosi sealions: onestamente ci aspettavamo di vederne qualcuno, non un’autentica reunion di simpatiche, grasse e sguaiate (ruttano, in pubblico :D) foche! Giusto una breve sosta a vedere i leoni marini (il freddo è troppo per stare fermi a sedere) e cerchiamo un posto per pranzare. Volevamo provare uno dei tanti ristoranti di Fisherman’s Wharf, anche se la scelta forse non è stata tra le migliori. Ne scegliamo uno di cui non mi ricordo il nome: molto carino, si mangia in una specie di gazebo riscaldato. io ordino una (piuttosto pessima) Caesar’s Salad, il mio ragazzo Fish&Chips; decidiamo – per non so quale motivo – di prendere l’acqua in bottiglia invece che del classico bicchiere del rubinetto, errore! Sapete quanto l’abbiamo pagata una bottiglia da un litro e mezzo di acqua Panna? Sette dollari! Dopo esser stati accuratamente derubati, decidiamo di tornare all’Hotel, il motivo è ancora più geniale di quello che ci ha spinti ad ordinare l’acqua in bottiglia: prendere l’auto per vedere ‘meglio’ il resto della città. Traffico terribile, SFMOMA chiuso per ristrutturazione (quando si dice, la fortuna..avete presente?), nessuna possibilità di parcheggiare vicino alla City Hall. Un po’ abbattuti, ci dirigiamo verso Alamo Square, sperando di riuscire a visitarla. Ci sono voluti almeno quattro giri intorno alla deliziosa piazzetta e per le vie circostanti, ma alla fine abbiamo trovato un posto, non troppo vicino, ma va bene. Beh, Alamo Square è praticamente un giardinetto costeggiato da quattro lati di casine tutte uguali ma di colore diverso. Suppongo sia questo quartiere a dare alla città un tocco europeo: i grattacieli si vedono solo in lontananza ed è bellissimo. Ovviamente, la parte più bella – e famosa – è quella che vedete come copertina di questo articolo. Unico problema, al solito, è il vento forte e freddissimo che soffia a tutte le ore. Dopo un’oretta passata a far foto ed ammirare la bellezza di questa mini città (se non fosse per i grattacieli e l’inconfondibile Transamerica Pyramid, sembrerebbe di stare a chilometri e chilometri da Frisco), ritorniamo al parcheggio, sperando non sia troppo tardi per visitare qualcosa dentro il Golden Gate Park. Nonostante il traffico sia diminuito, non riusciamo comunque ad arrivare in tempo: sia il Conservatory of Flowers sia il Japanese Tea Garden chiudevano alle 18, e noi siamo ben oltre quell’orario. Una breve passeggiata nel parco e scopriamo di avere il tempo di raggiungere il Golden Gate (che ancora non avevamo visto, se non in lontananza) e vedere il tramonto. La strada è praticamente deserta e si inizia a vedere il famosissimo ‘Ponte Rosso’ che si avvicina sempre di più: la nostra prima fermata è a un punto panoramico di cui non ricordo il nome. Il vento sembra quasi portarci via, riusciamo giusto a fare qualche fotografia, tanto il tramonto non è ancora arrivato! A circa cinque minuti di macchina c’è il punto panoramico di cui avevamo sentito parlare meglio: Vista Point. Il sole tarda a tramontare, il cielo è anche abbastanza nuvoloso, ma decidiamo comunque da aspettare. Il tramonto arriva, un po’ sotto le nostre aspettative ma comunque suggestivo ed emozionante.

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Ed è finita anche questa seconda giornata, la stanchezza è tanta che non abbiamo nemmeno la voglia di cercare un posto per mangiare e tentiamo la fortuna con la pizza a domicilio: ci rivolgiamo a Fresco Pizza (per i nomi assurdi italianoidi gli americani sono campioni) che non è nemmeno male. Dal giorno successivo sarebbe cominciato l’on the road vero e proprio.


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